TRA FATTORI PSICOSOCIALI E MALATTIA CORONARICA.

Conoscere il mondo, il turbinio degli uomini è come leggere un libro, quasi una seconda scienza.

da “Le anime morte” di Gogol
C. Silone 01/06/06-Ordine dei Medici Messina

Dott. Francesco Certo
Direttore sanitario C D C

-E’opinione diffusa in larga parte della popolazione che i fattori psicologici e sociali (depressione, supporto sociale, competitivita’, caratteristiche del lavoro, ansia) influenzano il decorso di una malattia sia in prevenzione primaria che secondaria.Questa affermazione peraltro suffragata dai media è veritiera per quanto concerne la malattia coronarica? Qualora lo sia è valevole per gli elementi psico-sociali prima elencati?

Affine alla modalita’dell’avere è il consumo. Anche qui possiamo facilmente distinguere fra consumo funzionale (razionale) e consumo non funzionale (irrazionale): se mangio perche’ la fame mi annuncia il bisogno fisico di cibo o poiche’ provo piacere pensando che mangero’, il cibo è funzionale o razionale; è utile al mio organismo e al gusto che ho sviluppato dentro di me. Se, di converso, mangio a crepapelle per ingordigia, per depressione o per paura, l’assunzione di cibo è un atto irrazionale: mi nuoce e non è indispensabile né fisicamente né psichicamente. Il principio vale per ogni tipo di consumo purchè affondi le proprie radici nell’avidita’ e abbia un carattere coercitivo:è valevole nel caso dell’avarizia, nella tossicomania, nell’attuale atteggiamento consumistico e anche, per il sesso… Per riassumere:il consumo non funzionale, e percio’ patologico, assolve una funzione analoga a quella dell’avere. Entrambi i tipi di esperienza indeboliscono- o addirittura interrompono-l’evoluzione produttiva dell’uomo, lo derubano della sua vitalita’ e lo trasformano in una cosa. ERICH FROMM(”Da avere a essere”)

-MALATTIA CORONARICA:
patologia stenotica dei vasi che irrorano il miocardio caratterizzata da alti tassi di mortalita’ e morbilita’ della popolazione. La comparsa e l’evoluzione di tale patologia è correlata alla presenza di fattori di “rischio”.
Per ansia oggi si intende l’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuri accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione.Gli elementi esposti a rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno (American Psychiatric Association,1994). Risale a Cattel (Cattell e Scheier, 1958) l’aver distinto all’interno del costrutto di ansia tra due accezioni fondamentalmente diverse: l’una riferita ad uno stato emotivo di un individuo in un dato momento ed in una data situazione, l’altra riferita ad una variabile di personalita’ che puo’ differenziare tra loro individui diversi. E’ pero’ merito di Charles D. Spielberger aver reso corrente questa distinzione ed aver diffuso internazionalmente le denominazioni tecniche tuttora in uso:ansia di stato (state-anxiety) e di tratto (trait-anxiety). La depressione rappresenta una costellazione di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che nel loro insieme sono in grado di diminuire significativamente la capacita’di “funzionamento” di una persona nonche’ la sua abilita’ ad adattarsi alla vita sociale. La depressione viene considerata un disturbo dell’umore, in quanto le persone depresse si sentono tristi, abbattute, incapaci di svolgere i compiti della vita quotidiana e nell’impossibilita’ di essere aiutate (helplessness).Tale disturbo altera anche il modo in cui una persona pensa a se stessa, nonche’ il suo funzionamento intellettuale. Infatti, il depresso tende a sentirsi apatico, ad avere un insufficiente motivazione e a non provare piacere nelle attivita’ quotidiane, incluse quelle che un tempo gli sembravano piacevoli. La depressione è spesso accompagnata da sintomi quali alterazioni del sonno o inappetenza.
La depressione è uno dei disturbi psichiatrici maggiormente associati al rischio di suicidio. Brown et al. (2000), in uno studio effettuato su 6891 pazienti psichiatrici ambulatoriali con l’obiettivo di determinare i fattori di rischio per il suicidio, hanno evidenziato che la presenza di un disturbo depressivo maggiore o bipolare, la severita’ della depressione e la sensazione di non poter essere aiutati rappresentano alcuni dei maggiori fattori di rischio. La depressione costituisce uno dei disturbi mentali maggiormente diffusi nella popolazione generale ed è presente in tutte le eta’, inclusi gli adolescenti e i bambini in eta’ scolare; essa è maggiormente presente nelle donne in un rapporto di 2 a 1 rispetto agli uomini (Boyd e Weissman, 1981).

Caratteristiche psico-sociali del lavoro(poco renumerato, non adeguato alle proprie attitudini, con orari difficili, con troppe responsabilita’, senza responsabilita’ect…). Per supporto sociale e rete sociale si intende l’insieme sia numerico che qualitativo dei contatti personali di un individuo, e questo include sia un supporto di confidenze che un supporto emotivo. Le relazioni sociali sono in grado di migliorare la salute attraverso il supporto materiale ed emotivo che esse portano; gli amici e la famiglia possono incoraggiare il paziente nell’adottare comportamenti dello stile di vita vantaggiosi per la salute e scoraggiare quelli dannosi. Pattern di personalita’ tipo A e ostilita’. Si indica cosi’ una personalita’ caratterizzata da un modo di vivere duro con atteggiamenti competitivi, eccessivo coinvolgimento al lavoro, ostilita’, modo di parlare vigoroso.

INTERRELAZIONI TRA I FATTORI DI RISCHIO:

Eta’ 5)
-sesso
-diabetemellito
-obesita’
-ipertensione arteriosa
-dislipidemia
Ipertensione arteriosa 5)
-eta’
-familiarita’
-diabete mellito
-obesita’
-dislipidemie?
Familiarita’ 4)
-diabete mellito
-obesita’
-ipertensione arteriosa
-dislipidemia
Fumo 2)
-ipertensione arteriosa
-sesso?
Diabete mellito 5)
-eta’ 
-familiarita’
-obesita’ 
-ipertensione arteriosa
-dislipidemia
Disagio psico-sociale 6)
-eta’
-sesso?
-familiarita’?
-diabete mellito
-obesita’
-ipertensione arteriosa
-fumo
Obesita’ 5)
-eta’
-familiarita’
-diabete mellito
-ipertensione arteriosa
-dislipidemia
 

NESSI DI CAUSALITA’ TRA FATTORI PSICO-SOCIALI E MALATTIE CARDIOVASCOLARI.
1)Influenzando atteggiamenti di vita associati alla salute come dieta, fumo, etc…
2)Producendo ostacoli di cura della persona, di qualita’ delle cure mediche.
3)Inducendo una risposta biologica mediata da meccanismi neuroendocrini che aumentano i livelli di catecolamine o cortisolo abbassando le difese immunitarie in toto.

Numero di report degli studi eziologici(n=70)
Numero di report degli studi prognostici (n=92)

  0 + ++ 0 + ++
Comportamento tipo A/ostilita’ 1 11 5 1 3 10 1 1
Depressione 0 8 5 9 0 16 7 11
Ansia 0 4 1 3 1 9 4 4
Caratteristiche lavorative 0 3 5 5 0 2 2 0
Supporto Sociale 0 3 4 2 0 7 4 10

-, risultato contrario all’ipotesi;
0 assenza di chiara associazione;
+, associazione moderata (rischio relativo >1.50 e <2.00) ;
++ associazione forte (rischio relativo >2.00).

La revisione sistematica della letteratura di studi prospettici ha premesso l’identificazione di 70 lavori sugli aspetti eziologici e 92 lavori sugli aspetti prognostici di alcuni fattori psico-sociali.Sulla base dei risultati degli studi prospettici epidemiologici, ci sono evidenze a favore di una associazione tra depressione, sostegno sociale e lavoro con l’eziologia e la prognosi della CHD, comunque, i risultati dei trial randomizzati sugli effetti di eventuali interventi psicosociali per ridurre la mortalita’ dopo l’infarto sono discordanti:tre ampi trial finora hanno avuto esito negativo.

EQUAZIONE:
HOMO CONSUMENS (FROMM)
||
HOMO NEVROTICUS
||
HOMO ATHEROSCLEROTICUS

C. Silone 01/06/06-Ordine dei Medici Messina